Un nuovo utilizzo delle zone agricole sta emergendo da qualche anno nelle campagne inglesi: sempre più agricoltori stanno aprendo i loro terreni al pubblico, a seguito di un movimento più ampio iniziato con la campagna “Right to Roam“. Si tratta di una iniziativa nata da un gruppo di ricercatori, scrittori, designer e amanti della natura per promuovere l’accesso alle zone verdi così da sensibilizzare le persone a prendersene cura. Come scritto sul loro sito, in Inghilterra, solamente l’8% dei terreni permette l’accesso libero e si tratta solitamente di aree remote e selvagge.

Come facile comprendere questa iniziativa, che trova via via più sostenitori, è stata rivolta fin dall’inizio verso le zone rurali tipicamente non accessibili. Una novità che sta trovando sostenitori proprio tra coloro che tradizionalmente erano considerati i suoi principali oppositori, i proprietari terrieri.

Debra e Tom Willoughby, agricoltori biologici del Nottinghamshire, sono tra i pionieri di questo movimento fra gli agricoltori. Inizialmente scettici, hanno scoperto che permettere il passaggio di persone attraverso la loro fattoria ha portato più vantaggi che svantaggi. “È davvero piacevole quando la gente attraversa il cortile – i lati positivi superano di gran lunga quelli negativi,” afferma Debra Willoughby.

Questo approccio non solo combatte l’isolamento tipico delle aziende agricole, ma offre anche opportunità di business. Gli agricoltori vedono nei visitatori potenziali clienti, soprattutto in un’epoca in cui molti cercano di vendere i propri prodotti direttamente ai consumatori, bypassando le fluttuazioni dei mercati globali e i gruppi della larga distribuzione. Alcune aziende hanno iniziato a offrire possibilità di attività turistiche: sport, benessere fisico e mentale, camping e non solo.

Un recente sondaggio ha rivelato che il 71% delle persone è favorevole a consentire l’accesso ai bordi dei campi in assenza di percorsi alternativi sicuri.

La campagna “Right to Roam” sostiene che una maggiore presenza di persone sui terreni agricoli può aiutare a prevenire furti, incendi e scarichi abusivi e, a sostegno degli accessi alle fattorie, Amy-Jane Beer, portavoce della campagna, sottolinea l’importanza di riconnettere gli agricoltori con le loro comunità.

Come tutti i movimenti che propongono un cambiamento, esiste chi la pensa diversamente e si oppone: alcune associazioni e gruppi hanno fatto opposizione al gorverno. Ad esempio la  Country Land and Business Association sono riusciti a far pressione perché il Partito Laburista abbandonasse la sua politica di “diritto di vagare” per l’Inghilterra e il Galles poco prima delle elezioni generali del 2024.

Eppure, nonostante le resistenze, un numero crescente di proprietari terrieri sta abbracciando l’idea di un aumento controllato dell’accesso pubblico. Jo Clark, un piccolo agricoltore del Devon meridionale, ha riassunto le due posizioni opposte raccontando la sua esperienza personale: “Sono cresciuto in una fattoria e da bambino i vicini mi hanno sempre intimato: ‘stai lontano dal mio terreno!’ invece io ho piacere che le persone camminino sui miei di terreni e ne vivano un’esperienza positiva”. Clark organizza visite educative e campeggi con un’attenzione particolare a offrire esperienza ‘screen-free’ (senza schermi) per adolescenti. Sta inoltre facendo richiesta per degli incentivi statali SFI (incentivi all’agricoltura sostenibile) seppure non esistano ancora incentivi per la creazione di nuovi sentieri o per visite educative.

Questa tendenza riflette un cambiamento più ampio nella percezione del ruolo dell’agricoltura nella società, bilanciando le esigenze produttive con quelle ricreative e educative della comunità, ma anche trovando il modo di diversificare le possibilità dell’attività agricola e quindi gli introiti. Voi avete esempi di esperienze simili nel nostro paese? Scriveteci e raccontateci le vostre storie!