ZPS IT2060304 Val di Scalve

La Zona di Protezione Speciale si estende per 671 ettari e comprende gli interclusi privati esterni alla Foresta Regionale omonima che invece ha una superficie di 631 ettari. Nonostante il toponimo, l’area, posta nel tratto meridionale della Valle di Scalve, ricade interamente in Comune amministrativo di Angolo Terme, nella Comunità Montana di Valle Camonica, in Provincia di Brescia.

Si tratta di un’area montana prealpina posta sul versante destro del Fiume Dezzo, entro una quota altimetrica minima di 510 m e una massima di 1.820 m, con esposizione prevalente Est e Nord-Est  verso le pendici dei monti: Pora, Lantana e Scanapà. Il confine ovest è delimitato dal crinale tra la Valle di Scalve e la conca della Presolana.

Incastonata in un paesaggio straordinario, si ammirano ripidi versanti rocciosi, forre e falesie di color bianco calcareo in forte contrasto col verde acceso dei boschi di latifoglie e di conifere, intagliati da piccole porzioni di prati e pascoli dalle colorate fioriture.

Dal punto di vista vegetazionale, nell’orizzonte submontano (fino 800-900 m di quota) sono presenti i boschi di latifoglie meso-termofile dell’orno ostrieto, a dominanza di carpino nero (Ostrya carpinifolia) dei quali si riscontrano le varianti di rupe, di forra e di falda detritica. Dove il suolo ha moderata disponibilità idrica sono presenti gli aceri-tiglieti, con acero montano (Acer pseudoplatanus) e tiglio (Tilia cordata). Gli aceri-frassineti, con l’ingresso del frassino maggiore (Fraxinus excelsior) sono invece in corrispondenza dei suoli con un buon bilancio idrico-trofico. A tratti si ritrovano anche i castagneti (Castanea sativa). Verso il limite superiore, compare il faggio (Fagus sylvatica) nelle faggete montane dei suoli carbonatici, frammisto al carpino nero, all’abete rosso (Picea abies) e talvolta al larice (Larix decidua).

Nell’orizzonte montano (tra gli 800-900 m e i 1.300-1.400 m) prevalgono le peccete, riconducibili alla tipologia dei piceo-faggeti dei substrati carbonatici. In qualche caso si riscontrano varianti ad abete bianco (Abies alba). Sui versanti del Monte Pora la pecceta lascia spazio, verso l’alto, alle formazioni secondarie dei vaccinieti (Vaccinion spp.) e degli ontaneti con ontano verde (Alnus viridis), per passare progressivamente ai pascoli a nardo (Nardus stricta).

Gli ambienti pascolivi e prativi sono ormai relegati a piccoli porzioni presso le baite e le antiche stazioni d’alpe: le principali sono a Padone e sotto la Croce di Vareno (1.474 m), a Glisuner che prende il nome dai mirtilli, detti in dialetto “glisù”.

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