Nell’evento ANARF dello scorso 12 aprile presentata una “Carta dei princìpi per guidare la gestione sostenibile di tutti i boschi italiani”

I Demani Forestali Regionali come opportunità per elevare la qualità della gestione del patrimonio boschivo italiano: questo il tema che ha ispirato l’evento dello scorso 12 aprile ospitato nella sede Ministero delle Politiche Agricole, della Sovranità alimentare e delle Foreste (MASAF). Un’iniziativa sostenuta dall’Associazione Nazionale per le Attività Regionali Forestali (ANARF) e rilanciata dalla Direzione Foreste ed Economia Montana del MASAF, che ha contribuito a promuoverla presso tutte amministrazioni regionali: vedendo tra gli altri la collaborazione della DG Agri della Commissione Europea e di Eustafor, l’associazione Europea di proprietari pubblici di foreste a cui aderisce ANARF (di cui Antonio Tagliaferri è vice presidente e rappresentante di ERSAF).

Il titolo dell’evento, “Demani Regionali e Strategia Forestale Nazionale” – di cui la rivista Sherwood ha curato l’organizzazione – parte dal presupposto che le foreste demaniali sono nate “per provvedere mediante l’ampliamento della proprietà boschiva dello Stato, alla formazione di riserve di legname per i bisogni del Paese e per dare un razionale governo di essa, norma ed esempio ai selvicoltori nazionali” (dalla LN 277/1910, detta “Legge Luzzatti”).

A circa 114 anni dalla ‘Legge Luzzatti’ la situazione delle Foreste Demaniali è profondamente cambiata,” si legge nell’approfondimento pubblicato sulla pagina della rivista Sherwood. “La loro estensione è aumentata ed oggi superano i 650.000 ha. I contesti ambientale, sociale ed economico sono mutati, la gestione di gran parte del demanio dello Stato, da circa 50 anni, è passata alle Regioni e alle Province Autonome. Era quindi giunto il momento di domandarsi: Che ruolo hanno oggi e che ruolo possono avere in un prossimo futuro le Foreste Demaniali Regionali? Che rapporto hanno con i territori circostanti? Sono quel motore di innovazione ed esempio per la Nazione, di cui parlava Luzzatti?”

Ed è sempre nell’articolo che si sottolinea come, in questi ultimi 50 anni, le amministrazioni regionali abbiano finito per elaborare modelli normativi diversi, diverse organizzazioni amministrativo-gestionali e dissimili norme forestali. Un’eterogeneità di modelli da cui è appunto emersa una Carta di Princìpi che possa guidare la gestione sostenibile di tutti i boschi italiani, aperta alla condivisione e alla partecipazione di tutte le Regioni e le Province Autonome.

Ogni Regione o Provincia Autonoma potrà adottare i principi e gli obiettivi della Carta, indipendentemente dal grado di vicinanza alla meta ideale, per rendere le proprie foreste il più possibile luoghi di:

esempio di Gestione Forestale Sostenibile (GFS);

partecipazione ampia di tutti i portatori d’interesse;

pianificazione integrata;

sperimentazione e innovazione in tema di conoscenza di dinamiche naturali, multifunzionalità, fruizione, aggiornamento, formazione, valorizzazione delle filiere;

apprendimento e formazione per una bioeconomia forestale sempre più sostenibile;

protezione della biodiversità e del valore ambientale degli ecosistemi forestali;

produzione e valorizzazione di servizi ecosistemici;

collaborazione tra Regioni, Province Autonome e altri soggetti pubblici e privati;

monitoraggio e informazione sui risultati della gestione di ciascun complesso forestale;

comunicazione a larga scala su tutte le attività svolte all’interno della rete delle foreste dei DFR per far conoscere non solo l’utilità della GFS, ma anche per promuovere i valori connessi al paesaggio e all’ambiente forestale quale luogo di benessere psicofisico e spirituale.”

Questi i contenuti espressi, nella prospettiva di una riflessione, di un confronto e di una successiva adozione della “Carta per la Gestione dei Patrimoni Forestali Regionali” da parte di tutti i gestori di foreste pubbliche regionali, seguendo una logica che porti a una rete aperta alla partecipazione di tutte le categorie di cittadini. Favorendo una gestione più consapevole, condivisa e responsabile.