Disponibile il Rapporto sullo stato delle foreste lombarde 2022: più aree boschive tra collina e montagna, mentre la Lombardia si conferma come la quarta regione forestale d’Italia, dopo Piemonte, Toscana e Sardegna
È un rapporto che ERSAF pubblica fin dal 2007, ed è un documento di fondamentale importanza che descrive la consistenza e la qualità della superficie boscata in Lombardia. Sono molti gli spunti presenti nell’ultimo rapporto dello Stato delle foreste lombarde 2022, a cominciare sull’andamento della superficie bosco, in continua espansione nella nostra regione ma con una presenza sbilanciata tra pianura, collina e montagna (dove si è fortemente espanso negli ultimi decenni) e forti disparità di copertura tra superfici provinciali.
Entrando nel dettaglio, la superficie forestale in Lombardia è di 619.726 ettari e ricopre il 26% del territorio regionale: un patrimonio che è in grado di assorbire ogni anno 3 tonnellate e mezzo di anidride carbonica, la principale responsabile del surriscaldamento globale. La superficie boscata nella nostra regione nel decennio 2009-2018 è aumentata complessivamente del 2,7%, mentre la realizzazione di nuovi boschi ha coperto una superficie di 176 ettari ogni anno. Più nel dettaglio, la provincia con la maggiore superficie boscata è Brescia, con 171.469 ettari, mentre Como e Lecco sono quelle con il tasso di boscosità più alto. Nelle foreste lombarde sono presenti ben 17 specie, a dimostrazione della grande biodiversità del territorio, e gli alberi più rappresentati sono castagni (11,3%), abeti rossi (11,1%), carpini neri (10,8%) e faggi (10,4%).
I “Piani di Indirizzo Forestale” (PIF) gestiscono il 73% della superficie boscata regionale, che corrisponde a 455 mila ettari. Nel 2020 sono stati approvati tre nuovi PIF: Comunità Montana Lario Intelvese, Parco regionale e naturale Adda nord e Parco regionale della Valle del Ticino nel Comune di Vergiate (VA) mentre sei sono i nuovi “Piani di assestamento forestale” (PAF) che hanno portato il totale dei PAF a 88. A fronte di questi numeri, gli incendi registrati nel 2022 sono stati in numero decisamente superiore alla media regionale dell’ultimo decennio, complice l’andamento meteorologico particolarmente siccitoso; elemento positivo è che la superficie media per evento, pari a 3,5 ha/incendio, è decisamente al di sotto di quella del decennio, indicando come la prontezza di intervento del servizio antincendio boschivo sia stata fondamentale per il rapido contenimento degli eventi.
Un altro tema importante che emerge dalle pagine del Rapporto è l’emergenza legata all’infestazione epidemica da bostrico che colpisce l’abete rosso, proseguita nel 2022 e purtroppo intensificata non solo nei territori colpiti dalla tempesta Vaia, ma anche in aree per nulla o solo marginalmente interessate dall’evento del 2018, come le valli bergamasche. Gravi danni si osservano in particolare in Valcamonica e nella medio-alta Valtellina. Alle quote più basse (dai 900 ai 1200 metri) e nelle valli con elevazione orografica inferiore come la Valsabbia e la Valtrompia, la permanenza dell’abete rosso in purezza è da considerare ormai compromessa.
La Regione ha promosso importanti azioni a contrasto dell’insetto: l’insediamento di un gruppo di lavoro costituito dal personale incaricato del Servizio Fitosanitario e in collegamento con il Settore Foreste, l’approvazione delle Linee guida regionali di monitoraggio e lotta, la raccolta delle segnalazioni sulla presenza di bostrico da parte dagli Enti territoriali competenti, la redazione di una cartografia tematica con le informazioni raccolte, nonché l’avvio della campagna di monitoraggio dell’andamento dell’infestazione su scala regionale.
Sempre il rapporto ricorda come i Consorzi forestali (CF) lombardi sono 22 e gestiscono, complessivamente, 92.717 ettari di terreni costituiti soprattutto da boschi, impiegando 361 addetti. I Consorzi, associazioni volontarie senza fini di lucro, sono il “braccio operativo” dei Comuni soci e dei privati che affidano loro la gestione diretta delle proprietà agro-silvo-pastorali al fine di sviluppare le risorse forestali, prevenire il dissesto idrogeologico e garantire il presidio del territorio. Sono cinque i nuovi Consorzi forestali attivati: CF del Parco della Valle del Ticino di Lonate Pozzolo (VA), CF Valle Averara di Cusio (BG), CF Alta Valle Trompia di Gardone Val Trompia (BS), CF Valle Sabbia di Vestone (BS) e CF Menna Ortighera di Dossena (BG).
Sono 292 le aziende iscritte all’Albo Regionale delle Imprese Boschive, che impiegano quasi 1.664 persone. Le province con il maggior numero di imprese boschive iscritte all’albo sono Varese (66) e Brescia (62), seguite da Bergamo (48). Nel 2020 le imprese boschive hanno tagliato 310.836 metri cubi di legname su 2.730 ettari di boschi, che corrispondo al 49,8% del totale lombardo. Nel 2022 gli Enti forestali hanno autorizzato 610 richieste di trasformazione del bosco per 108,97 ettari, mentre per quanto riguarda le nuove destinazioni d’uso del bosco, quella prevalente è l’utilizzo a fini agricoli, che rappresenta il 21,3% (16,17 ettari) della superficie complessivamente richiesta. Ricordando che la normativa nazionale e regionale stabilisce che chi viene autorizzato a “trasformare” un bosco per cambiarne la destinazione d’uso, deve realizzare interventi compensativi attraverso la creazione di nuovi boschi o il miglioramento di quelli esistenti. Nel 2022 sono stati collaudati 88,62 ettari di nuovi boschi, il dato più alto dal 2015.
Infine, per quanto riguarda i finanziamenti per il settore forestale, il principale canale regionale di finanziamento del settore è rappresentato dalle “Misure Forestali”. Per il triennio 2021-2023 Regione Lombardia ha messo a disposizione delle Comunità Montane uno stanziamento complessivo di 13 milioni e mezzo di euro (4 milioni e mezzo di euro l’anno) a sostegno del sistema agricolo e forestale. Risorse destinate a investimenti nelle infrastrutture necessarie all’adeguamento dell’agricoltura, alla salvaguardia e alla valorizzazione dei sistemi delle malghe, al sostegno dei progetti di forestazione e imboschimento, al ripristino dei danni alle foreste e allo sviluppo delle capacità di mettere sul mercato i prodotti forestali e alla manutenzione straordinaria della viabilità agro-silvo-pastorale.