La riscoperta delle filiere minori

Dopo decenni in cui i sistemi colturali intensivi e semplificati, basati sulla coltivazione di poche specie vegetali, si sono diffusi in maniera incontrastata, stiamo assistendo al ritorno di una maggior diversificazione colturale, dovuta ad una progressiva perdita di competitività e produttività di questi modelli agricoli.

Le difficoltà di mercato dovute a prezzi stagnanti e costi di produzione crescenti, unite alle pressioni ambientali e dell’opinione pubblica per un’agricoltura più sostenibile, stanno infatti spingendo le aziende a cercare nuove soluzioni per restare competitive.

A questo si aggiungono altri due fattori:

  • L’aumento dell’attenzione dei consumatori, delle reti commerciali e dell’industria di trasformazione verso produzioni locali (“made in Italy”);
  • Il ritorno dell’interesse verso l’agricoltura come risposta alla difficile situazione economica attuale.

Questo riguarda soprattutto i giovani, che stanno intravedendo opportunità imprenditoriali nelle produzioni non tradizionali e nel recupero di coltivazioni abbandonate, ma capaci di coprire una domanda crescente.

Mappe aggiornate (anno 2022) relative alla diffusione delle colture minori.

Colture minori in Lombardia

Secondo i dati del Sistema Informativo Agricolo Regionale (SIARL), le colture che in Lombardia stanno destando un crescente interesse sono in particolare:

  • Piccoli frutti quali ribes, ribes rosso, uva spina, mora, lampone, mirtillo, alchechengi, bacche di goji
  • Frutta da guscio noce, nocciolo e mandorlo
  • Grani “antichi” come grano saraceno, miglio, segale
  • Canapa e lino
  • Piante aromatiche officinali
  • Bambù
  • Luppolo